Tartufo per tutti

Scopri che cos'è il tartufo

Sappiamo con certezza che il tartufo era noto ai Greci, Romani, Sumeri, Egizi e Babilonesi. Si hanno notizie circa il suo utilizzo in qualità di alimento ai tempi del patriarca Giacobbe. Nell'antichità i Romani ed i Greci ne erano molto ghiotti e si pensa che all'epoca mangiassero soltanto i tartufi provenienti dalla Libia, come è testimoniato da Plinio il Vecchio nella sua celebre opera"Naturalis Historiae", nel quale definisce il tartufo come "un qualcosa che sta fra quelle cose che nascono ma che non si possono seminare".

Le prime ricette con il tartufo vennero ritrovate nell'opera "De coquinaria" di Apicio, il cuoco di Traiano (o per altri studiosi il cuoco di Tiberio); nei suoi scritti racconta che Nerone era talmente estasiato per i tartufi, fino a definirli "cibo degli dei". I tartufi nelle popolazioni antiche, assunsero un significato divino fino al punto di essere consacrati alla dea Venere o Afrodite; tale significato è continuato anche con la diffusione del Cristianesimo, anche se orientato più verso significati magici ed esoterici ed essere oggetto di superstizione. In epoca medioevale il popolo lo considerava (soprattutto il tartufo nero), come lo “sterco del diavolo ed il cibo delle streghe” e si pensava contenesse veleni mortali in considerazione del fatto che cresceva sotto terra e nella vicinanza di cadaveri putrefatti o nidi di serpenti.

Fu solo nei secoli successivi che si diffuse presso i banchetti della nobiltà e dell’aristocrazia da cui era notevolmente apprezzato. Dal 1700 iniziarono i primi studi sul tartufo e molteplici furono le interpredazioni date sulla sua natura; ad esempio una era che derivasse dalla puntura di una mosca tra le radici delle querce. Nella seconda metà del 1800 si arrivò a sostenere che questo prezioso fungo fosse solamente una fermentazione della terra in particolari condizioni climatiche ed anche che potesse essere un parassita delle querce...ci si stava avvicinando alla verità.

Arriviamo al 1831 e Carlo Vittadini, botanico e micologo italiano, che catalogò sistematicamente tutte le specie conosciute ed in suo onore è stato aggiunto il suo cognome al nome scientifico di molti tartufi.

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